Posted on: Ottobre 1, 2025 Posted by: Redazione Comments: 0

Con la collezione Primavera/Estate 2026, ZONA20 MILANO apre un capitolo che fonde poesia e moda in un’unica narrazione visiva e sensoriale. Ispirata a The White Book di Han Kang, la collezione nasce come riflessione intima: il bianco diventa simbolo di memoria e rinascita, tela sulla quale riaffiorano frammenti di vita, tracce di tempo e il delicato battito di ricordi impressi come inchiostro su carta.

L’atmosfera evocata è quella sospesa di una sera d’estate, quando la luce si attenua e il crepuscolo invita alla meditazione. È in questa soglia che i colori prendono forma come tappe di un viaggio emotivo: il beige sabbia, tenue come il primo riaffiorare della memoria; l’azzurro polvere, leggero e nostalgico; il rosso merlot, intenso e vitale; fino al nero galassia, simbolo di nuova consapevolezza e forza interiore. Una progressione cromatica che trasforma la vulnerabilità in linguaggio di potenza.

Le silhouette si muovono tra rigore e fluidità, rinnovando l’eredità sartoriale italiana attraverso una visione contemporanea. Tessuti naturali come lino e cotone organico si intrecciano a sete preziose e pelli leggere, scivolando sul corpo con naturalezza. Le superfici si fanno racconto: stampe neutre che evocano la patina del tempo, ricami che brillano come costellazioni in un cielo notturno, filati fiammati che custodiscono l’imperfezione come segno di unicità.

Il tailoring destrutturato introduce nuove proporzioni: giacche e gilet dalle linee squadrate si alternano a capi allungati dai tagli asimmetrici; camicie trasparenti svelano la pelle con discrezione, mentre abiti avvolgenti si contrappongono a gonne corte e pantaloni plissettati. Una danza di contrasti che restituisce un’eleganza sofisticata e moderna.

La collezione SS26 è un atto poetico che intreccia introspezione e artigianato, memoria e contemporaneità. Un invito a trasformare il bianco in narrazione, riflessione e nuova vita.

About ZONA20 MILANO

Fondata nel 2023 a Milano da Zoe e Cherie Wang, ZONA20 MILANO ha costruito la propria identità su un’estetica raffinata e sulla dedizione al Made in Italy. Il brand fonde sartoria destrutturata, minimalismo e silhouette fluide, dando vita a un linguaggio elegante e responsabile.

Il nome stesso, ispirato al limite urbano di 20 km/h, riflette la filosofia slow fashion della Maison: un invito a rallentare, a riscoprire la qualità e a vivere la moda come esperienza consapevole. ZONA20 MILANO si pone così al crocevia tra tradizione e innovazione, tra tempo sospeso e design etico, come ci spiegano le fondatrici.

La vostra collezione SS26, Into The Memory of White, trae ispirazione dalle opere di Han Kang, dove il bianco diventa simbolo di memoria e introspezione. Come siete arrivate a questa scelta narrativa e quale dialogo desiderate instaurare tra letteratura e moda?

Quando abbiamo iniziato a sviluppare la collezione SS26 non stavamo cercando un’ispirazione precisa: è arrivata in modo naturale. Avevamo appena terminato la lettura di La vegetariana di Han Kang e siamo rimaste profondamente colpite dal modo in cui racconta le difficoltà, la solitudine e la resilienza delle donne, insieme a quella forza silenziosa ma indomabile che si cela dietro il dolore. Questo ci ha condotte a Il libro bianco, dove il bianco diventa un contenitore di memoria—memorie dolorose, solitarie e fragili, ma al tempo stesso colme di potere silenzioso.

Durante la lettura siamo state catturate da questa forza unica, che crediamo rappresenti l’essenza della vera forza femminile: delicata ma indistruttibile. Da qui nasce SS26 Into the Memory of White, una collezione che vuole ritrarre le donne come dolci ma potenti, in parallelo con il bianco di Han Kang, narrando un percorso di esplorazione interiore.

Quando la letteratura entra nella moda, il bianco diventa essenziale—ma mai urlato o teatrale: questo non appartiene a ZONA20. Il nostro linguaggio è fatto di misura, parla con toni sommessi e gesti sottili. Così abbiamo scelto di inserire il bianco nei ricami a mano, simili a stelle sparse su una base nera. Al contempo, le silhouette di SS26 introducono una femminilità più morbida, intrecciata con la tipica precisione di ZONA20. Questo dialogo tra delicatezza e forza riflette l’energia che abbiamo percepito leggendo Il libro bianco.

Spesso troviamo ispirazione nella letteratura, e prediligiamo sempre il libro fisico a quello digitale. L’esperienza sensoriale della carta ha ispirato lo sviluppo di un cotone stampato con una raffinata finitura crespata, che ricorda la fragilità della carta invecchiata—scricchiolante al tatto, con stampe che evocano pagine consunte e macchie dimenticate.

Per noi, sono questi dettagli nascosti a essere fondamentali: invitano a un’esplorazione lenta, non a un riconoscimento immediato. Questa filosofia si è riflessa anche nella presentazione: ogni look era celato dietro veli di tulle bianco, sospesi nei chiostri di un antico monastero. Le visitatrici dovevano attraversare i tessuti per scoprire i capi, uno dopo l’altro. L’intera esperienza era come un viaggio personale nella memoria, in cui ciascuna poteva ritrovare riflessi di sé: gioiosi, malinconici, vulnerabili o potenti.

I vostri design sono definiti da silhouette fluide, genderless e da una purezza minimalista che si fonde con l’eredità sartoriale italiana. Come riuscite a bilanciare questo essenzialismo contemporaneo con la tradizione artigianale del Made in Italy?

Il Made in Italy non è solo artigianalità: rappresenta le radici della nostra formazione e rimane simbolo di maestria. L’eredità sartoriale è il cuore della moda italiana, espressione del classico e del senza tempo. Ma l’Italia è anche terra di pionieri dell’arte moderna.

Siamo affascinate dalla bellezza che nasce dalle contraddizioni. Crediamo che qualcosa di puramente classico o puramente moderno rischi di risultare troppo perfetto, quasi rigido. ZONA20 vive nello spazio della collisione—dove il minimalismo contemporaneo incontra la sartoria italiana, dove la decostruzione si intreccia con la modernità.

Questa dualità va oltre i capi e si riflette nelle presentazioni. Per la SS26 abbiamo scelto i chiostri di un antico monastero, luogo intriso di silenzio e storia, ma la collezione è stata svelata in modo onirico e surreale. Questi contrasti creano una bellezza unica, che abita da sempre i nostri sogni.

In questa collezione, il colore si evolve come un viaggio emotivo: dalla sabbia all’azzurro polvere, dal rosso merlot al nero galassia. Possiamo leggerlo come una mappa simbolica di stati d’animo e ricordi?

Sì, ma non del tutto. Per noi il bianco, in un certo senso, rappresenta il vuoto: è il colore di tutti i colori e, allo stesso tempo, di nessuno. Per questo anche nei pezzi in azzurro polvere, rosso merlot o nero galassia, il bianco è sempre nascosto. Attraverso i ricami delicati, diventa portatore silenzioso di memoria, tessendo insieme frammenti di una storia, legando stati d’animo, momenti ed emozioni.

Fondata nel 2023, ZONA20 Milano ha già definito un’estetica distintiva e sofisticata. Quali sono i valori fondamentali che guidano il vostro percorso e come immaginate l’evoluzione del brand nel panorama della slow fashion?

Crediamo che ZONA20 significhi, prima di tutto, unicità. Siamo calme ma dirompenti, classiche eppure futuristiche, moderne e al tempo stesso nostalgiche. Siamo perfezioniste, ma amiamo anche l’imperfezione perfetta dell’espressione umana. Chi sceglie ZONA20 può essere profondamente sociale, ma allo stesso tempo a proprio agio nella solitudine. Resiste alle definizioni e rifiuta le etichette.

Per noi la slow fashion è più di una filosofia progettuale: è un impegno etico verso la moda e, soprattutto, un modo di vivere con senso di libertà e leggerezza.

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