Posted on: Febbraio 27, 2024 Posted by: Isa Grassano Comments: 0

Fifties in fashion: Una mostra a Milano – con ingresso gratuito fino al 29 febbraio – per tornare agli anni Cinquanta che hanno rivoluzionato lo stile della moda italiana

L’abito sirena in velluto nero che indossava la giunonica Anita Ekberg nel film “La Dolce Vita”, di Federico Fellini, durante le riprese della celebre scena nella Fontana di Trevi, accoglie e apre l’esposizione “Fifties in Fashion” all’Accademia del Lusso di Milano (in collaborazione con Afro Fashion Association).

E sembra quasi di sentire l’eco di «Marcello come here!» che si mescola con le voci del film “Guerra e pace” (1956), ispirato all’omonimo romanzo di Lev Tolstoj, che fanno da sottofondo ai tre abiti stile impero, con delicati drappeggi, realizzati da Fernanda Gattinoni e indossati dalla divina Audrey Hepburn (spicca quello con piccoli cavallini in velluto).

Si torna al passato, agli anni Cinquanta che hanno rivoluzionato lo stile della moda italiana, creando la cultura del Made in Italy e gettando un ponte con un luogo, l’Accademia del Lusso appunto, che è sinonimo di nuove tendenze.

Gli anni ‘50, infatti, rappresentano l’era in cui lo stile diviene intreccio di innovazione, ricerca e nostalgia. Femminilità e sartorialità si fondono in un’unione perfetta, portando il Made in Italy nel mondo.

Una ventina di selezionati abiti – provenienti da collezioni private e dall’archivio personale di Stefano Dominella, Presidente onorario della Maison Gattinoni Couture – per rivivere un sogno, per tornare alla Roma che era considerata la Hollywood sul Tevere. In mostra, oltre alle creazioni di Fernanda Gattinoni, ci sono quelle di Carosa, Tiziani, Schuberth, Antonelli, Fabiani.

Perle di fiume e cristalli di Boemia per i corpetti, drappeggi ispirati all’antica Grecia, georgette per lo strascico. Ogni pezzo esposto ha una storia e una protagonista di eccezione che l’ha indossato – Gina Lollobrigida, Ingrid Bergman, Monica Bellucci, Sophia Loren – dal valore di “tanti ma tanti zeri”. Non mancano attenzione al riuso e al riciclo, con due abiti work in progress per far vedere da vicino la lavorazione del saper fare italiano, del “fatto a mano”.

«La miglior creatività non deve essere riservata a pochi, anche se spesso sembra così. Quando ci fa provare qualcosa diventa inarrestabile, ci proietta in tempi e in mondi inesplorati e così anche la moda, quella di un tempo che fu, potrà sorprenderci e accendere la voglia di esprimerci, sollecitati dalla storia, per nuove forme creative di libertà e cambiamento. Alla fine degli anni ‘40 fu proprio nella Capitale che alcuni tra i più talentuosi creatori di moda diedero vita alle loro attività con un estro artistico di tale portata da determinare l’ascesa e il consolidamento del Made in Italy in tutto il mondo», ha commentato Stefano Dominella.

A chiusura dell’esposizione – fino al 29 febbraio, con ingresso gratuito – uno degli abiti esposti sarà inviato in Camerun, presso la Laba Douala.

Info:

www.accademiadellusso.com/

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