Posted on: Maggio 2, 2024 Posted by: Domenico Moramarco Comments: 0

Abbracciando gli ideali della controcultura, Michael Partouche, noto anche come “Dr. Mike”, un musicista nell’animo e un farmacista esperto, ha scelto il profumo come mezzo di espressione. Da questi due mondi contrastanti è nato ROOM 1015. La fragranza diventa simbolo di ribellione, traendo ispirazione da correnti musicali, filosofie e spiritualità alternative. Se la controcultura ha una propria lingua, letteratura e suoni, ROOM 1015 – la famigerata e martoriata camera d’albergo della storia della musica Rock ‘n’ Roll – ora le regala un profumo dai contorni nostalgici, intriso di totale libertà. Un manifesto olfattivo che oscilla tra il movimento punk, i paradisi artificiali, la rivoluzione sessuale e la meditazione trascendentale.

Abbiamo intervistato Michael Partouche, musicista per passione, titolare e fondatore del brand.

Ci racconta come è nata la sua passione per i profumi?

Sono un farmacista e un musicista, appartengo a due mondi che non possono convivere serenamente. Ho fatto parte di una band rock a Londra per cinque anni ma, dopo alcune divergenze, la band si è sciolta e sono rientrato a Parigi. Sono sempre stato appassionato di profumi, dopo aver lavorato molti anni nella cosmetica, ho pensato al mondo dei profumi, capaci di dare vita alla mia creatività, che fossero la sintesi della mia passione e che potessero rievocare il mondo della musica, in particolare quella degli anni 70, fatta di eccessi, droghe, sregolatezza e provocazione ma anche libertà di espressione. 

Quando è nato il brand Room 1015 e perché questo nome?

Nel 2015 ho lanciato sul mercato il brand di profumi Room 1015. Mia l’ispirazione e il concept del brand, ho lasciato che a creare i profumi fossero grandi nasi francesi come Amélie Bourgeois, Anne-Sophie Behaghel, Jérôme Epinette, Serge de Oliveira e Jérôme di Marino. Room 1015 è la famosa stanza dell’hotel Andaz West Hollywood di Los Angeles poi divenuto Hyatt dove, negli anni settanta, si ritrovavano gli idoli del Rock ‘n’ Roll, i The Who, i Led Zeppelin e negli anni Novanta i Duran Duran e i Guns N’ Roses. Non a caso fu soprannominata “Riot House”, resa famosa durante un tour degli Stones negli anni ’70, quando Keith Richards quasi la distrusse. Leggenda vuole che da allora le band che suonavano a Los Angeles avessero l’abitudine di prenotare la stanza per fare feste dopo il concerto…

Un brand che racchiude una filosofia, una “controcultura”, cosa significa?

Controcultura è il pensiero alla base del progetto del brand di profumi e anche della mia esistenza, non si possono accettare i cliché prestabiliti ma occorre dare un segnale forte della propria personalità e pensiero, la controcultura è, in un certo senso, cercare più lontano di quello che vedono i miei occhi, non accettare le idee prefissate, un po’ come se fossi un ribelle sans cause.

Electric Wood è la prima fragranza che ha presentato, cos’ha di speciale?

È come se ogni nota di questa fragranza aromatica e legnosa mi rappresentasse. Un dolce accordo di noce moscata, legno di cedro e salvia si armonizza per formare una melodia, un viaggio sensoriale che risveglia la mia connessione con la musica e il profumo a un livello profondo. Mi riporta alla mia adolescenza quando mi fu regalata una Gibson, la mia chitarra. Porterò per sempre con me il vivido ricordo del giorno in cui sollevai con entusiasmo il coperchio della custodia della chitarra, svelandone per la prima volta il contenuto. È stato un momento impresso nei primi anni ’90, un periodo colorato dal suo fascino unico. La chitarra custodita all’interno era un capolavoro, il suo nome risuonava sia di storia che di artigianalità. Mentre la custodia lasciava il posto al mondo al suo interno, una sinfonia di profumi ha accolto i miei sensi: una potente fusione tra il calore terroso del legno, il caratteristico sapore della lacca e il sottile accenno del metallo. 

Cherry Punk è la fragranza best seller del brand, a cosa è dovuto questo successo secondo lei?

430 King’s Road, Londra, il negozio di Vivienne Westwood chiamato SEX, è qui che tutto è iniziato. Ragazzi fantastici con i capelli schiariti che si scambiano rari dischi in vinile. Denim invecchiato, pelle dipinta a mano, lattice, tartan, stampe che farebbero arrossire i tuoi genitori e chiuderti in casa per tutta l’estate. Dai club underground alla TV nazionale, il Punk ha sempre avuto il suo stile, la sua stampa (fanzine), i suoi film, la sua poesia. Così ho pensato che dovesse avere una sua fragranza, forte come le prove nella stanza senza isolamento acustico, potente come la rivolta giovanile ma comunque dolce e romantica: l’idealismo dell’adolescenza avvolto in una pesante giacca di pelle. Cherry Punk è una fragranza cuoiata, realizzata anche nella versione estratto di profumo con la possibilità di inserirla in una originale custodia in pelle e borchie interamente realizzata a mano che esalta la cultura punk e che protegge il cuore dolce della fragranza data dalla nota succosa di ciliegia.

Qual è l’ultimo profumo presentato ad Esxence?

L’ultimo profumo creato è Wave Child, una fragranza che ti permette di immergerti in un viaggio olfattivo unico, un vero tributo alla Surf Culture, cavalcando le onde olfattive di arancia, anguria, cocco e ambra grigia. Dalla leggendaria Huntington Beach alle bande di surfisti, ai motociclisti e all’elettrizzante miscela di nervosismo e creatività, Wavechild è una celebrazione dell’arte del surf, un’esplosione di energia cruda, ribelle, onda dopo onda. 

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