Posted on: Marzo 13, 2024 Posted by: Redazione Comments: 0

Continuano gli incontri di Clinica forma, a Milano, per il ben-essere donna, su come approcciarci alla medicina estetica, sempre con la massima attenzione alla salute.

Il tema affrontato è stato la prevenzione contro i tumori al seno, con il Chirurgo Senologo Mara Costa che ha illustrato quelle che sono le basi fondamentali per riconoscere, contrastare e prevenire le patologie a rischio per il mondo femminile.

Solo in Italia e solo nel 2023 sono stati diagnosticati circa 55mila nuovi casi di tumore alla mammella e, in tema di prevenzione, si pensa che siano comunque dati incompleti, perché solo 74 donne su 100 effettuano i controlli periodici effettuati dalle strutture ospedaliere.

Importante è uno stile di vita sano e sono diversi i comportamenti a cui attenersi. 

  • Evitare il fumo in ogni sua forma, attiva e passiva;
  • Mantenere un peso adeguato;
  • Svolgere un’attività fisica regolare;
  • Avere un’alimentazione equilibrata, preferendo la dieta mediterranea;
  • Non consumare alcol. 

Nello specifico le indicazioni contro i tumori alla mammella sono:

  • Allattare, ovviamente se si hanno figli e se si ha la possibilità a livello fisico e psicologico;
  • Evitare, ove possibile, la terapia ormonale sostitutiva che viene proposta con una certa leggerezza all’ingresso della menopausa;
  • Per chi ha figli, farli partecipare ai programmi di vaccinazione contro l’epatite B e il Papillomavirus;
  • Partecipare ai programmi di screening programmati, come pap test e quelli per i tumori alla mammella;
  • Controllarsi anche quotidianamente mediante l’autopalpazione, perché anche effettuando i controlli annuali, nel resto dell’anno, siamo noi responsabili a notare i cambiamenti.

«Nonostante questo tipo di tumori sia in aumento, la mortalità è in netto calo perché attraverso la prevenzione e i controlli costanti siamo in grado di trovare la malattia allo stato iniziale», ha detto la dottoressa Costa.

Che succede se però abbiamo una diagnosi negativa per quanto precoce? 

Ci sono due vie da seguire: clinica e chirurgica. L’operazione chirurgica è inevitabile, ma è ovvio che i percorsi sono migliorati. Sempre più casi sono assistiti sia da medici senologi, oncologi, a anche da chirurghi che provvedono poi alla ricostruzione dei tessuti rimossi a causa della malattia.

GLI INTERVENTI RICOSTRUTTIVI

E proprio su quest’ultimo punto si è soffermato il dottor Matteo Murolo, Chirurgo Plastico, che ha illustrato quali sono i percorsi per la chirurgia ricostruttiva post-mastectomia, ma anche quelli post gravidanza e dimagrimento. La primaria necessità è il benessere psicofisico dei pazienti. La figura del chirurgo plastico viene ancora associata alle “esagerazioni” che vediamo in televisione o in tantissimi esempi sui social, ma la chirurgia estetica risale già a centinaia di anni fa quando si studiavano i primi rudimenti, ed è spesso e volentieri un mezzo ricostruttivo per correggere quei “difetti” derivanti da malattie, gravidanze o dimagrimenti repentini. La definizione di salute infatti, anche secondo l’OMS, è così esplicata: “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. Da qui, derivano tutte le pratiche di ricostruzione estetica legate a decorsi post malattia che sono già incluse nei percorsi terapeutici.

LA CHIRURGIA DI TRANSIZIONE

Non mancano, infine, le difficoltà dei pazienti in transizione per accedere alle cure necessarie a questo percorso. Un altro tema su cui si è dibattuto con il dottor Guido Cornegliani, chirurgo plastico e direttore sanitario di Clinica Forma. 

Ponendo l’accento, in primo luogo, sullo stato psicologico dei pazienti, ha portato l’attenzione sulla distinzione tra pazienti in transito da un sesso all’altro e persone omosessuali, che vengono spesso confusi tra di loro e discriminati. Non necessariamente un paziente che vuole cambiare sesso, è omosessuale. Più semplicemente è una persona che non si riconosce nel corpo che ha. Da questo deriva un percorso lungo e frastagliato che inizia con un quadro clinico psichiatrico per “diagnosticare” la disforia di genere. 

Segue la parte legale, nel quale un giudice determina i nullaosta per intraprendere i percorsi ormonali e chirurgici per il cambio vero e proprio del sesso e dei documenti (si ha solo dopo aver completato tutte le operazioni chirurgiche).

Si sta lavorando per cercare di facilitare questo iter amministrativo e sanitario, anche e soprattutto per agevolare questo tipo di pazienti che devono affrontare ostacoli e peripezie, da un team di medici che collaborano e lavorano insieme, cercando di coinvolgere anche la parte legale.

Alla base resta un unico fattore: il benessere psicofisico dei pazienti di qualunque età e necessità abbiano bisogno. Clinica Forma diventa così un luogo di incontro, dello stare bene e di consulto dove imparare a conoscere e conoscersi.

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