Posted on: Settembre 10, 2023 Posted by: Alice Amorini Comments: 0

n molti hanno scommesso che fosse tutto un matrimonio finto per interesse. Non sarebbe il primo, né l’ultimo, ma a discapito delle chiacchiere che volano come piume nel vento, abbiamo fatto noi una chiacchierata con i diretti interessati: l’imprenditore Bradford Beck e sua moglie Giaele De Donà, tra le protagoniste indiscusse dell’ultima edizione del Grande Fratello Vip, come fossero dei moderni Onassis e Maria Callas. Belli, giovani e innamorati.

La vostra storia sembra una favola. Come vi siete conosciuti e cosa vi ha colpito l’uno dell’altra al primo incontro?

Giaele: «Ci siamo conosciuti il 22 settembre 2017 a un evento di beneficenza molto famoso chiamato Amfar a Milano a sostegno dei fondi e della ricerca sull’HIV/Aids. Ero lì con i miei amici e lui con i suoi e un amico in comune ci ha presentati. Appena l’ho visto, ho capito che in lui c’era qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri uomini. Era estremamente educato e rispettoso nei miei confronti. Cercava in tutti i modi di farmi sentire a mio agio, anche se io ero ancora piccola, avevo solo 18 anni ed ero anche un po’ timida, soprattutto perché l’inglese lo conoscevo sì ma non bene.

Ci siamo subito trovati a passare tutta la serata assieme senza mai staccarci. Il giorno dopo lui ha preso il volo per Los Angeles e così ci siamo dovuti salutare. Dopo nemmeno due settimane era il mio compleanno ed è venuto a farmi una sorpresa a Milano, da li è iniziato tutto…».

Bradford: «La prima volta mi ha subito colpito il suo portamento, la sua presenza, la sua intelligenza, la sua maturità e, ovviamente, la sua bellezza senza tempo.  Non appena abbiamo iniziato a parlare, ho capito che c’era qualcosa di particolare e speciale in lei, qualcosa di unico e di forte. Solo più tardi, ed è diventata una specie di scherzo tra noi, ho scoperto che non capiva l’inglese così bene come pensavo! Per tutto il primo anno ho creduto di essere incredibilmente divertente, e lei rideva a tutte le mie battute perchè ero così affascinante e spiritoso. Un’esperienza umiliante, vero? Ma ha imparato l’inglese molto velocemente, molto più velocemente di quanto io stia imparando l’italiano».

Qual è il vostro luogo del cuore e perchè? E quello dove amate tornare insieme?

G: «Sicuramente per me il nostro posto speciale nel mondo è, e resterà, sempre il Messico che è il luogo dove ci siamo sposati e abbiamo fatto la nostra grande cerimonia. Ho passato i dieci giorni più belli della mia vita con lui e le nostre famiglie e i nostri numerosi amici. Il posto invece dove mi piace spesso tornare con Brad è Venezia. Abbiamo tanti bellissimi ricordi lì perché è dove gli ho detto per la prima volta “ti amo” ed è anche il posto dove abbiamo fatto la nostra prima cerimonia nuziale. Noi, infatti, abbiamo celebrato due matrimoni, uno più intimo e familiare a Venezia e uno molto grande in Messico.

B: «Siamo stati in molti posti insieme, ma per me ci sono un paio di posti che mi vengono in mente.  All’inizio della nostra relazione abbiamo trascorso dei momenti bellissimi a bordo piscina all’Hotel Fasano di Rio, sulla spiaggia. Anche passeggiare romanticamente per le strade di Parigi è stata per me un’esperienza indimenticabile in cui i nostri sentimenti reciproci si sono davvero rafforzati e magico è stato poi il soggiorno all’Hotel Plaza Athene in città. Ma è una domanda difficile a cui rispondere, perché abbiamo viaggiato così tanto insieme e abbiamo creato un sacco di ricordi un po’ ovunque. Ci sono pochi hotel speciali che per noi sono più simili a case che ad alberghi: il Principe di Savoia a Milano, il Dorchester/45 Park Lane a Londra e l’Hotel Eden a Roma.  Questi luoghi hanno uno staff eccezionale e molti di loro sono diventati nostri cari amici. Nulla è più importante per un hotel del suo personale pronti a coccolarci. Su centinaia di soggiorni, onestamente non riesco a pensare a una sola volta in cui ho avuto un’esperienza meno che stellare. Si assicurano che ogni dettaglio sia perfetto, il che ci permette di rilassarci e di dimenticare che siamo in un hotel. Siamo presenti l’uno per l’altra e finiamo per immergerci l’uno nell’altro». 

Qual è l’aspetto più difficile del vostro mestiere? E quello che vi piace di più?

G: «L’aspetto più difficile del mio mestiere è riuscire a rispettare la privacy e la riservatezza che vuole mantenere Brad con il mio mondo che ovviamente è l’opposto. Anche se devo dire che piano piano sto riuscendo un po’ a influenzarlo e a renderlo partecipe sempre di più del mio lavoro, cosa per me fondamentale per riuscire a stare bene anche nel nostro rapporto di coppia! Le difficoltà maggiori invece che affrontiamo, per i numerosi impegni di Brad, sono quelle di riuscire a trovare del tempo solo per noi due. È davvero complicato visto quanto viaggia e lavora! Ci vediamo molto poco per questo, perché è sempre molto impegnato e tante volte io non posso andare con lui. 

Ciò che amo, invece, è che il mio lavoro non è monotono, anzi tutto l’opposto! Ho sempre mille progetti nuovi e completamente diversi tra loro che possono andare dalla televisione, ai social media, al mio brand di moda, a tutto il resto!».

B: «La parte di gran lunga più difficile del mio lavoro è la natura frenetica e lo stile di vita sempre in movimento che richiede. Sono costantemente in giro per il mondo per incontrare clienti e fornitori e coltivare queste relazioni. Devo essere sempre pronto e in grado di lavorare ad alto livello durante le riunioni dopo lunghi viaggi, molti dei quali avvengono con pochissimo preavviso. Il ritmo può essere vertiginoso. Non è raro che io sia in più continenti in un mese, per gestire qualsiasi cosa, dalle riunioni del consiglio di amministrazione alle visite agli stabilimenti. Anche se all’inizio può sembrare romantico, la novità del viaggio può svanire rapidamente e può essere molto impegnativa per la mente e per il corpo. È anche piuttosto dura per le mie relazioni. Trascorrere del tempo senza mia moglie o senza la mia famiglia spesso mi fa sentire solo e devo impegnarmi a fondo per rimanere positivo e non lasciarmi abbattere. Con l’avanzare dell’età, il passare del tempo sembra accelerare ed è diventato molto più evidente. Sapere che ciò che ho ora, la mia famiglia, il mio amore e le mie relazioni, potrebbero non essere sempre presenti in futuro mi crea molta pressione.  Il passare del tempo è la mia più grande paura, ma anche il mio più grande bene.

La realtà che la vita è fragile è un’enorme motivazione e io vivo sempre secondo la filosofia che siamo tutti solo visitatori su questo pianeta, quindi cerco di custodire i momenti che ho con tutte le persone.  Lasciare che questo principio mi guidi è il modo in cui riesco a creare legami reali e duraturi con così tanta gente. Ogni persona con cui parlo, sia che si tratti del più importante diplomatico o di qualcuno che lavora in un hotel, mi interessa sinceramente e cerco di entrare in contatto con le loro vite e il loro modo di essere. Chiunque mi abbia conosciuto lo sa: non mi interessa quello che fai, ma chi sei».

Cosa rappresenta la moda per te? E quale è l’oggetto di cui non potete fare a meno?

G: «Essendo italiana per me la moda è fondamentale. È un modo per esprimermi e per riuscire a sentirmi bene con me stessa. Il mio sogno fin da piccola era quello di avere un mio brand di moda, infatti a vent’anni ho creato il brand “SGDD- Sofia Giaele De Dona”, una collezione di abiti per le donne a un prezzo accessibile a tutte! Successivamente ho cercato di inserirmi anche nel “modest fashion” cioè la moda per le donne musulmane creando una collezione di HIJAB (termine comunemente più utilizzato per designare il “velo” della donna musulmana) che si possono trovare sempre nel mio sito www.sofiagiaelededona.com. Ritengo sia un mercato ancora non saturo come il nostro. Nelle prossime settimane arriva la nuoba collezione SGDD. Ho creato una capsule collection luxury di nove pezzi unici fatti a mano in collaborazione con la stilista Giuseppina di Bartolo, che è la stilista che mi ha vestito al Grande Fratello. Alcuni outfit li potete vedere nelle mie foto che sono presenti. Sono molto felice di questa collezione e mi auguro possano indossarla in tante».

B: «La moda per me rappresenta la magica capacità di esprimere se stessi in un modo completamente scelto, di fondere la propria personalità e il proprio desiderio di espressione in qualcosa con cui il mondo possa identificarsi. La moda ha la capacità di consentire un’esibizione di sicurezza nella disinvoltura, di eleganza nella potenza o di ribellione nel conformismo, indipendentemente da dove si proviene. E si può fare ogni giorno, ed è questo l’aspetto magico: una tela quotidiana a disposizione per creare e mostrare al mondo ciò che si prova. Spesso penso che la moda sia l’architettura dei momenti, mentre l’architettura è la moda del tempo. Ha senso?

Per quanto riguarda ciò di cui non posso fare a meno, è un’altra questione difficile. Credo che dipenda dal contesto. Se dovessi scegliere una sola cosa, sicuramente il mio passaporto. Niente rappresenta la capacità di essere liberi più di quel documento approvato dal governo, che ti permette di vedere il mondo e di sperimentare culture, di entrare in varchi sorvegliati, di esplorare l’umanità del globo, impararando. Da un punto di vista professionale, direi che sarebbe difficile stare senza gli strumenti che alimentano la mia curiosità (telefono, computer, internet).  Grazie alla mia natura curiosa, cerco di capire il più possibile in questa breve vita.  L’accesso alle informazioni è il motore di molti, se non di tutti i miei progetti creativi. In questo momento sto incanalando questa energia nella progettazione di nuovi sistemi per proteggere il pianeta dagli incendi.  È ciò che mi consuma e che mi fa svegliare ogni giorno prima della sveglia.  È allora che so di essere veramente interessato a qualcosa; quando non riesco a contenere la mia eccitazione creativa nemmeno nel sonno».

Qual è il vostro dress code preferito?

G: «Non ho uno stile ben definito. Ogni tanto amo vestirmi più sportiva con dei jeans e un top e le sneakers, altre volte invece amo essere vestita elegante, con abiti lunghi o completi. Ovviamente non rinuncio mai alla mia femminilità e proprio per questo in occasioni particolari amo indossare anche outfit più sensuali».

B: «Senza dubbio, è la giacca elegante, di classe, da Smoking. Sebbene sia scura e poco colorata, per qualche motivo funziona e fa sentire straordinari, elegantissimi e lussuosi. Indossare una giacca da smoking e un papillon è qualcosa di speciale, ma serve a poco se non si ha accanto una donna bellissima ed elegantemente vestita».   

Quali sono i progetti futuri?

G: «Di progetti per il futuro ne ho tanti. Ho molti sogni lavorativi che vorrei realizzare progetti imprenditoriali che sto realizzando. Il mio più grande desiderio in questo momento è quello di potermi realizzare professionalmente e successivamente anche quello di diventare mamma. Il mondo dei reality mi è piaciuto davvero tanto e proprio per questo non escludo in futuro di volerne farne un altro».

B: «In questo momento stiamo realizzando un sacco di cose davvero entusiasmanti. Ci sono letteralmente decine di progetti a cui i nostri gruppi stanno lavorando in tutto il mondo, ma quello che mi affascina, e che è la mia vera passione, è quello che stiamo facendo con la lotta aerea agli incendi.  Siamo in prima linea nella creazione di un modo migliore e più efficiente per far fronte alla crescente minaccia degli incendi selvaggi. I nostri sistemi trasformano temporaneamente normali aerei da carico in cisterne aeree in grado di sganciare in sicurezza grandi quantità di acqua o di ritardante per spegnere o rallentare gli incendi.  Il nostro approccio è altamente efficace e non richiede alcuna modifica strutturale all’aeromobile, il che significa che può essere utilizzato su un’intera flotta in modo molto economico. I nostri sistemi si installano in poche ore, il che significa che un velivolo normalmente utilizzato per il trasporto merci può essere attivato per salvare vite umane e proteggere proprietà in momenti di emergenza, per poi tornare in servizio altrettanto rapidamente. Abbiamo progetti in corso con partner straordinari in diversi Paesi, tra cui l’Italia, il Brasile, gli Stati Uniti e altre aree in Europa, Asia e Africa, e stiamo continuando a espandere la piattaforma per includere nuovi velivoli. Leonardo SPA, con le sedi di Torino e Pomigliano d’Arco a capo del programma, sta modificando il nostro sistema brevettato Modular Airborne Fire-Fighting System (MAFFS) per installarlo sul velivolo C-27J di Leonardo. È davvero entusiasmante perché si tratta di un velivolo più piccolo e più versatile rispetto agli altri che supportiamo e sarà in grado di sganciare 8000 litri di fluido in meno di 2 secondi.  Ogni stagione gli incendi sono sempre più gravi e sappiamo che il C27J cambierà le carte in tavola per aiutare a proteggere le persone e le proprietà in Italia». 

Giaele sui social è seguitissima! Cosa non posterebbe mai? 

«Non posterei mai una foto con un outfit che non mi sta bene o che secondo me non mi valorizza!». 

Giaele in un post su Ig ha ringraziato la sua mamma per tutto. Qual è il suo rapporto con la famiglia?

«Con la mia famiglia sono davvero legatissima. Ho un rapporto straordinario con mia mamma e mio papà ma anche con i miei fratelli. Crescendo il rapporto con loro sta diventando sempre più forte! Non siamo stati sempre così legati, ma a oggi devo dire che sono davvero contenta di come mi stanno vicino e mi supportano sempre. Sono i miei più grandi fans!».

Finite la frase: posso rinunciare a tutto meno che…

G: «Posso rinunciare a tutto tranne che alle mie comodità! Ammetto di essere parecchio viziata nel mio quotidiano.  Per me, uscire dalla mia comfort zone è davvero difficile. Magari per un periodo come al Gfv riesco anche a farlo ma a lungo andare è una cosa che soffro! E ovviamente non rinuncerei mai alle persone che amo». 

B: «Le mie speranze, i miei sogni e la mia positività, ma soprattutto la mia salute e quella della mia famiglia».

CREDITI

I vestiti indossati nelle foto da Giaele sono della sua nuova Capsule Collection Luxury @sgddbrand creati assieme alla stilista Giuseppina di Bartolo.

Le foto sono di Paola Rossi.

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