Posted on: Febbraio 24, 2024 Posted by: Domenico Moramarco Comments: 0

In occasione di Milano Moda Donna, la nuova collezione Gianluca Saitto autunno/inverno 2024-25 è stata presentata nelle sale del Museo Bagatti Valsecchi attraverso un percorso di abiti e ispirazioni studiato con il supporto di MOITIÉ STUDIO, studio di architettura e interior design, fondato a Milano nel 2019 da Francesco Gennaro e Giorgia Rossi. “Nella sala principale del Museo, il visitatore si trasforma in uno spettatore di uno scenario composto da una serie di manichini disposti in modo lineare, che evocano opere d’arte, amplificati dall’effetto dell’illuminazione teatrale”. I capi sartoriali di Saitto indossati anche da icone della musica italiana come Patty Pravo e Loredana Berté.

Classe 1984, Gianluca Saitto studia Architettura e Fashion Design all’Università degli Studi di Firenze, nel 2009 Gianluca, spinto dall’amica e madrina d’eccezione, l’ex top model Benedetta Barzini, inaugura il suo atelier a Brera, quartiere simbolo dell’arte e dell’eleganza milanese. Come designer si prefigge da subito l’obiettivo di rimettere al centro riti, tempi e peculiarità della moda, attenendosi scrupolosamente ai dettami della miglior tradizione sartoriale italiana ed elevando il ricamo, realizzato da lui stesso, a cifra distintiva di uno stile sofisticato e senza tempo.

Il colorismo vivace e l’esuberanza espressiva della pittrice Tamara de Lempicka, a cui lo stilista si ispira, caratterizza il guardaroba di Gianluca Saitto, partendo dalla palette cromatica che si distingue per i vivaci contrasti, analoghi a quelli tra fondo e figure dei dipinti di Lempicka, alternando intense sfumature di rosso, verde, azzurro e blu (dall’ottanio al cremisi, dal navy al bluette) e nuance soffuse come bianco o grigio perla. Le stampe di stagione, inoltre, richiamano il mondo sofisticato dei suoi quadri più celebri, rielaborandone i dettagli che, dilatati nelle dimensioni, vengono trasferiti sulle superfici degli abiti. L’attitude, il vitalismo sfrenato delle protagoniste dei roaring twenties trova eco nella trasversalità delle proposte: capi daily dai tagli puliti ed essenziali (arricchiti, però, dagli elaborati ricami che rappresentano la cifra stilistica del marchio) convivono armoniosamente con long dress, caftani, soprabiti e completi da gran sera, accesi dagli scintillii di paillettes, strass e punti luce che costellano, esaltandole, le linee scultoree delle mise. 

La dicotomia tra sexyness e androgina eleganza viene felicemente risolta in un mix calibrato per cui la vezzosità di ruches, velature see-through, stiletto portati con calze spesse a contrasto e cristalli si accompagna alla sartoria rigorosa di pezzi mannish quali blazer, coat avvolgenti e gilet in diversi volumi e materiali. Una sottile tensione tra opposti vibra anche nelle silhouette, ora fascianti, ultra-femminili, ora scivolate ad accarezzare la figura. Ampia la varietà dei materiali: ai tessuti ricamati, firma inconfondibile del brand, si affiancano i jersey dall’effetto 3D, le trame corpose del tweed, declinato nei toni del blu oltremare o grigio, quelle del lurex lavorato e dello jacquard. I tagli, precisi al millimetro, confermano l’inclinazione della maison per i volumi netti, scolpiti da orlature, bordi sagomati, asimmetrie e costruzioni strutturate che rendono ben riconoscibili cappotti, giacche e tailleur.

Colore, geometrismo, ricerca formale e materica, energia, dinamicità, sex appeal… Sono alcune delle keyword che connotano la collezione autunno/inverno 2024-2025 di Gianluca Saitto, votata all’eclettismo e a una visione della sensualità ragionata e consapevole, con un filo conduttore di chiara matrice artsy. La nuova proposta del couturier prende le mosse da una riflessione a tutto tondo sulla femminilità contemporanea, su cosa guidi e orienti, oggi, le scelte delle donne nei molteplici ambiti della loro vita, vestiario in primis. L’orizzonte di riferimento, per la maison, ha coordinate spazio-temporali precise, quelle dei ruggenti anni Venti, come furono soprannominati all’epoca: un ponte ideale unisce dunque Europa e Stati Uniti, l’erotismo ammiccante dei maestri surrealisti e il nudo d’autore dell’Atelier Manassé di Olga Spolarits e Adorjan Wlassics, centro propulsore, nella Vienna del Secessionismo, di una fotografia outré, eccentrica, sperimentale, che si rivela la migliore alleata dell’emancipazione femminile, attirando il gotha della società europea.

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