Posted on: Marzo 16, 2023 Posted by: Isa Grassano Comments: 0
gossip

«I fatti miei mi annoiano sempre a morte, preferisco quelli degli altri». Diceva così Oscar Wilde ed è la conferma che l’insieme di “chiacchiere ritenute inopportune o indiscrete nei confronti di altre persone” da sempre suscita interesse. Ma quando nasce il gossip? In pratica esiste da oltre duemila anni e ci sono tracce persino nella Bibbia. Nel Libro del Siracide si raccomanda di evitare un uomo che parla troppo, “perché chi non sa tenere a freno la propria lingua commette un peccato grave davanti agli occhi di Dio. è una persona debole di cui non ci si può fidare”. San Tommaso d’Aquino include il pettegolezzo nella sua trattazione sulla giustizia (II, IIae 72-76) nella Summa Theologica, visto che attraverso il pettegolezzo intacchiamo la reputazione altrui.

Il pettegolezzo 

Non erano da meno i Latini: Persio, Marziale e Giovenale, furono tra i primi “gossippari” del I secolo d. C., soprattutto nei confronti delle donne. La vittima preferita della cronaca “rosa antico” fu Messalina, divenuta imperatrice di Roma nel 41 d.C.. Pare se l’intendesse con tutti i sudditi più belli. Addirittura, vincesse gare di piacere con le prostitute più famose, tanto che su di lei si diceva di tutto. Fu uccisa nel 48 d.C.. Si racconta che il tribuno che l’aveva colpita esclamò: “Se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, piangerà mezza Roma!”. Gaio Svetonio Tranquillo (70-126 d. C.), invece, che aveva accesso agli archivi imperiali, era solito screditare Caligola e Nerone. 


Il gossip nella letteratura

E non mancano casi di amanti del gossip nella letteratura italiana. Secondo alcuni storici del costume, fu Dante Alighieri il primo grande vero pettegolo. Diffuse la storia dell’adulterio di Paolo e Francesca ma lui stesso subì diversi affronti. Fu vittima di una serie di maldicenze che lo portarono all’esilio. Nel Rinascimento il re del gossip fu Pietro Aretino (1517).. Abilissimo nel farsi confidare i segreti più intimi da chiunque che poi faceva girare a proprio piacimento. Nell’Ottocento anche un celebre compositore di opere liriche – Rossini – s’interessa a questo fenomeno in una delle arie più famose del Barbiere di Siviglia. “La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar”.

I giornali di gossip

Con l’avvento del cinema prima, e della televisione poi, il pettegolezzo dilaga in tutto il suo potere mediatico. Nacquero giornali, riviste, trasmissioni televisive e rotocalchi. Soprattutto nel secondo dopoguerra il fenomeno si espande a dismisura. Un caso chiacchierato del passato fu l’incontro tra il maestro del Neorealismo italiano Roberto Rossellini – separato e fidanzato con Anna Magnani – e l’attrice Ingrid Bergman, allora sposata. I due s’incontrarono per la prima volta a Parigi e si amarono in segreto. Finché un giornale pubblicò la foto degli amanti sorpresi sulla costiera amalfitana mano nella mano e ne fece l’immagine della dissolutezza.

La chiacchiera

Il fenomeno della “chiacchiera” si affermò in definitiva durante la sera del ferragosto del 1958 quando il noto fotografo romano Tazio Secchiaroli decise di movimentare la noiosa estate della capitale scattando due foto all’ex re d’Egitto Faruk. Sorpreso ai tavolini del Café de Paris di via Veneto in compagnia di due amiche. Il sovrano mal digerì i flash e colpì il reporter. Nella stessa notte, Secchiaroli fu protagonista di un nuovo scontro: uno scatto indiscreto a Thony Franciosa in compagnia della “divina” Ava Gardner. Provocò una brusca reazione dell’attore, con un inseguimento e il tentativo di impossessarsi della macchina fotografica. La rissa fece notizia e, per la prima volta in Italia, un quotidiano (Il Giorno) si occupò di gossip addirittura in prima pagina. Da allora via Veneto e le sue notti divennero simbolo della “dolce vita”, termine entrato nell’uso due anni dopo, con il film omonimo di Federico Fellini.

Il regista romagnolo coniò anche il termine “paparazzo” che indicava i fotografi di cronaca rosa, pronti a tutto per uno scatto rubato. Il nome sarebbe ispirato, per alcuni, al “papataceo” o “pappatacio”, grosso moscerino che ronza senza dare tregua alla sua vittima. È questo un idioma che è entrato a far parte anche del lessico oltre Oceano. 

Tra i più famosi paparazzi c’è il romano Rino Barillari, definito il “The King” e oltre cinquant’anni in strada a scovare personaggi, senza mai stancarsi. È solito dire: «nella mia carriera ho subito 162 ricoveri al pronto soccorso, ho avuto 11 costole rotte, 1 coltellata, 76 macchine fotografiche fracassate, 40 flash divelti, ma non mi sono mai arreso. Sono sempre stato a caccia, anche quando nulla sembrava succedere, ed è così che scovavo i protagonisti del jet set internazionale anche quando sembravano non esserci». E del resto come diceva Alberto Moravia “quando le informazioni mancano, le voci crescono”.

Di contro, i personaggi vittime di maldicenza se da una parte devono fronteggiare gli attacchi alla propria reputazione, dall’altra, però, essere bersaglio di un pettegolezzo è un indicatore di visibilità e importanza sociale. Così ogni star che si rispetti è costretto ad una “doppia presenza” sulla scena pubblica e privata. E la stessa cosa vale per il mondo delle istituzioni. La sfera politica è un altro degli ambiti dove maggiormente il gossip dilaga. Un fenomeno che ha preso il via negli anni Ottanta con la politica-spettacolo: le vicende personali dei politici, i loro amori, i loro vizi e le loro peculiarità venivano messi alla berlina con tanto di foto come controprova. 

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