Posted on: Gennaio 3, 2024 Posted by: Isa Grassano Comments: 0
momart: Urbani, graphic design

Opere che permettono di esplorare le potenzialità espressive del graphic design integrato alle arti figurative, in un incontro intimo e ravvicinato che porta a cogliere appieno la complessità stilistica di ogni lavoro, risultato di uno studio metodico del rapporto tra forma, segno e spazio. È questo che riserva “Urbani”, l’esposizione collettiva delle opere degli street artists lucani e pugliesi: Nicolò Loprieno- Skolp, Arcadio Pinto – Krayon, Luca Bia e Sario De Nola, allestita nella Momart Gallery di Matera.

La concezione dello spazio “Urbani”, arte del graphic design

Uno spazio in cui l’antichità del tufo si fonde con il gusto minimal e contemporaneo delle sale espositive, accentuato dal contrasto di luci e ombre e dall’avvicendarsi di pieni e vuoti, e che trasformano il percorso espositivo in un affascinante viaggio nella materia, nella forma e nel colore. Scenari che, fino al 14 gennaio, ospitano i lavori di artisti che con disinvoltura passano dai lavori sui grandi muri ai medi e piccoli formati su carta e tela, spingendosi in direzione di una ricerca grafica e stilistica in apparenza lontana da inflessibili regole compositive. E così, forme geometriche, griglie e sfumature dai toni accesi che sembrano fuoriuscire dalla tela, sono contrapposte a opere pittoriche che rimandano alla pittura impressionista raffiguranti paesaggi lucani impressi su carta nella loro intima essenza. 

Il percorso espositivo

 Il percorso espositivo inizia con Skolp, designer e muralista originario di Bari, attivo nel mondo del writing da diversi anni. Il suo interesse si concentra sullo studio della lettera, oltrepassando il concetto di “tag” per abbracciare una dimensione più astratta, tipica del post-graffitismo. Il suo linguaggio artistico, unico e distintivo, si distingue per l’uso di forme geometriche e griglie, con un approccio basato su regole compositive proprie del Design Generativo. Un rigore metodologico che gli ha permesso di realizzare con Piero Molino (esperto di machine learning) un software in grado di generare infinite composizioni delle sue opere, tra digitale e analogico, punto di partenza per la realizzazione di opere murarie e tele.

Si continua con Krayon, pixel artist nato a Melfi (Pz), ma con base a Roma. Dopo gli studi in disegno industriale e grafica, ha sviluppato un particolare linguaggio con cui si contraddistingue nel mondo artistico.  Da sempre influenzato dalle arti classico-scientifiche, dal neoimpressionismo di Seurat e dall’optical art di Vasarely, nei suoi lavori emerge lo schema progettuale e la gestione dell’immagine nella sua complessità.  Ne sono un esempio le opere in mostra, divise in due serie che contrappongono l’azione della natura all’azione dell’uomo. “Digital error” rappresenta il riorganizzarsi della natura e dunque la capacità di rigenerarsi riscrivendo il proprio codice genetico. La serie “Odissee” rappresenta invece situazioni in cui l’uomo vive disagi di cui è la diretta causa: traffico, sopravvivenza ai virus, dipendenza energetica e tecnologica.

La mostra prosegue con le opere di Sario de Nola, altamurano di origine. Porta avanti la sua ricerca di writer muovendosi in parallelo nel campo dell’arte, in particolare nell’astrattismo. Vive tra la Puglia e New York  dove si dedica alla sua produzione artistica esponendo nelle più importanti gallerie di arte urbana. Dalla street art a tavole dipinte con colori acrilici. Un cambio di registro in cui la forma, le linee e le figure hanno lasciato il posto a frammenti di ricordi e sensazioni, raccontate attraverso cromie accese e intense, impresse su tela come immagini in dissolvenza che si espandono nello spazio, eliminando ogni confine grafico, mescolandosi, fondendosi, fino ad esplodere in un gioco di contrasti che riempiono il vuoto. 

Un immaginario simbolico caratterizza, invece, la personalità creativa di Luca Bia, originario di Matera dove si è formato (attualmente vive e lavora Milano). La sua ricerca artistica parte da un linguaggio figurativo, spesso simbolico, influenzato dalla progettazione industriale e dalle tecniche grafiche di stampa. Le forme rigide e i contrasti cromatici sono gli elementi su cui costruisce composizioni ben bilanciate sia sul piano cromatico che lineare, innestando rimandi alla storia dell’arte proiettata sul presente. In mostra cinque quadretti di piccolo e medio formato che raffigurano paesaggi lucani. Colori vividi, contrasti cromatici e un gioco di luci e ombre che rimandano alla pittura impressionista. 

Informazioni utili per visitare “Urbani”

Curatrice della mostra è Monica Palumbo, artista e direttrice artistica della Momart Gallery, uno spazio creativo impegnato nello scambio e nella ricerca della sperimentazione e della diffusione delle arti visive contemporanee, palcoscenico di mostre all’avanguardia di artisti italiani e internazionali, emergenti ed affermati. La sua costante interazione con la scena artistica contemporanea ha permesso alla galleria di essere inserita nei Luoghi del contemporaneo promossi dal Mibact, con l’obiettivo di portare all’attenzione di chi ama l’arte, artisti presenti sulla scena artistica nazionale che si stanno affermando anche all’estero. 

La mostra resterà aperta fino al 14 gennaio. Orari di visita: 11-13; 16-19. Ingresso libero. 

Info: www.momartgallery.it

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