Posted on: Ottobre 1, 2023 Posted by: Isa Grassano Comments: 0

Con il suo sorriso, Beppe Convertini, classe 1971, ci farà compagnia per tutti i fine settimana autunnali e invernali, quasi a scaldare quelle mattine fredde. É infatti il nuovo conduttore maschile di “UnoMattina in famiglia”, contenitore di punta del week-end della rete ammiraglia della TV di Stato. E nel frattempo continus a girare per far conoscere le bellezze dell’Italia attraverso le pagine del suo libro “Paesi Miei” (Rai Libri). Dai viticoltori delle Langhe ai centenari della Barbagia, questa guida è un viaggio che tocca tutte le regioni d’Italia e ci offre di ognuna uno scorcio inedito sulle sue tradizioni e sull’impegno dei suoi abitanti a riscoprirle e preservarle.

Qual è il suo posto del cuore?

«La Puglia è il mio pilastro, la mia regione, quella in cui sono nato e cresciuto, e Martina Franca è il mio posto del cuore, quello in cui torno ogni volta che posso, per trascorrere del tempo insieme a mia madre Grazia, alle mie sorelle, ai miei nipoti (4 nipoti e 5 pronipoti). Per me i colori, i profumi, i sapori di questa regione sono unici al mondo, li porto con me sempre in ogni luogo dove vado, insieme a quel senso di casa, amore, ricordi, nostalgia. Ogni cosa, professionale e personale, affonda le radici in questa cittadina che si fa apprezzare per il suo barocco, il Duomo di San Martino, il palazzo Ducale, gli uliveti e i vigneti che la circondano». 

E invece un posto sconosciuto che vale la pena scoprire?

«Resto sempre nella mia terra. Il borgo di San Vito, frazione di Polignano, davvero vale il viaggio. Ha un porticciolo di pescatori e tutte le barche colorate, uno dei quadri più belli che abbia visto nella mia vita. E poi c’è un’abbazia protetta dal Fai, fondata dai monaci basiliani nel X secolo. Proprio nel cortile di quest’abbazia è cresciuto Stanislao Frugis, imprenditore agricolo, che qui da bambino giocava a pallone e oggi si dedica alla coltivazione della carota di Polignano, presidio Slow Food. L’acqua salmastra rende il terreno argilloso e fa si che le carote siano di vari colori, multivitaminiche, ricche di polifenoli».

Sembra qualcosa di molto buono. C’è qualcosa che mangerebbe sempre?

«I panzerotti, li mangerei dalla mattina alla sera, ma anche le fave con le cicorie mi piacciono molto».

Una cosa curiosa che si dovrebbe vedere in Italia?

«Quello di cui sto per raccontarvi era un piccolo borgo tra le montagne del Trentino. era e non è più, perché Curon, nel cuore della Val Venosta, oggi non esiste. Al suo posto un lago con un campanile che spunta sulla superficie dell’acqua, una cartolina unica al mondo, che lascia a bocca aperta chiunque vi si ritrova davanti». 

Quanto è difficile avere un rapporto equilibrato con la carriera?

«L’equilibrio con la carriera può essere l’umiltà. Sono fortunato perché faccio il mestiere più bello del mondo, racconto il mio paese che amo profondamente. Sono molto grato a Dio, a tutte le persone che incontro e quelle che lavorano con me, grazie a Mamma Rai. Questo legato a tanti anni di lavoro, sacrificio, studi. Ho realizzato il mio sogno nel cassetto».

Se si guarda indietro che ne pensa del Beppe degli inizi?

«Che è stato grande sin da piccolo. Già dall’età di 10 anni facevo piccoli lavori per aiutare i miei genitori (padre camionista, madre casalinga) e rinunciavo al divertimento, a giocare a calcio con gli amici. Solo studio e impegno».

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