Posted on: Aprile 19, 2023 Posted by: Alice Amorini Comments: 0
promenade della moda

“Make fashion not war”. Il messaggio è chiaro: «Il futuro si costruisce salvando il presente, diversamente non può essere!». Non ha dubbi Lilia Ticec, founder di “Promenade della Moda”, da vent’anni nel mondo fashion. L’abbiamo intervistata durante l’ultima edizione, lo scorso febbraio.

Come è nata l’idea di Promenade della moda?

«Quando il tuo stile di vita esprime un concetto come la moda, è probabile che tu diventi una “fashion victim” e crei un tuo percorso. In questo caso ho deciso di seguire il mio istinto e di andare avanti fondando e organizzando un progetto per designer internazionali a Milano, appunto “Promenade della moda” (www.promenademoda.com).

Inizialmente il progetto è stato creato solo per i designer russi – si chiamava “Promenade della moda russa” – ma poi sono iniziate ad arrivare richieste da altri paesi e abbiamo deciso di togliere la parola “russa”. È diventato ancora più interessante lavorare, perché i designer potevano acquisire esperienza uno dall’altro, scoprire le nuove culture, le tradizioni e avere nuove ispirazioni perché la moda non ha confini.

A quel punto l’evento “Promenade della Moda” diventa Internazionale trasformandosi in una piattaforma professionale aperta per le presentazioni di collezioni dei designer emergenti e professionisti.

Il suo scopo è promuovere designer di talento; scambio di esperienze, espansione dei legami professionali e creativi tra i designer; assistenza nella promozione delle collezioni e nella loro realizzazione». 

Chi e quanti sono i designer che hanno partecipato a Promenade della moda?

«A partire dal 2017 abbiamo avuto tanti partecipanti, in questa ultima edizione c’erano undici designer e il dodicesimo era la piattaforma TFP Talents che ha presentato il proprio collettivo di giovani stilisti e brand emergenti sulla passerella di Promenade della Moda. Tra i nomi Giulia Iosco, giovane, jewelry designer romana; Bottega Bernard, brand emergente sostenibile toscano; Annette, brand della fashion designer emergente di origine serba Ana Matić; Melinda Miccichè, fashion designer siciliana; Filippo Francia, giovane stilista marchigiano; Grazia Leva; Crimosh by Cristina Mocchiutti; N° 8 PROJECT by Irene Famiano; Maria Buda, stilista e sarta di origine calabrese; Annalisa Di Lazzaro, fashion designer calabrese; Andreana Bono, designer di origine toscana.

Gli altri undici designer sono: David Lafitte Pagano Haute Couture Jewerly, designer svizzero; Nazira Aidarova e Zulya Kemelbekova, designer affermati da Kyrgyzstan; Irina Unsalan, giovane designer di Kyrgyzstan; Martina Bavero, giovane designer di Biella; Claudia Fasciana, designer siciliana; Anna Laskin designer emergente da Israele; Maria Mirmelstein, designer affermato in Israele; Alexandra Moisa, giovane designer, nata in Romania ma di adozione italiana; Eva Hendrikse è giovanissima, ha appena compiuto 14 anni e viene dal Belgio; Chiara Bottura, giovane designer italiana; Francesca Comito, wedding designer». 

Quale è il messaggio che con questo evento vuole trasmettere?

«Il grande universo della moda è stato travolto dalla doppia crisi, pandemia e guerra. La pandemia è stata solo il preludio di quello che sta accadendo oggi. Dalla guerra non ci guadagna nessuno, soprattutto i settori dell’economia che sono legati all’export, alla globalizzazione, all’internazionalità.

La moda rappresenta un’industria generalmente multietnica e multiculturale. Non importa di che nazionalità siamo, noi non facciamo la politica ma la moda.

Non solo sulla passerella, anche nel backstage c’erano vestiariste e modelle, provenienti dalla Russia, Ucraina, Bielorussia, Italia e tanti altri paesi e tutti abbiamo lavorato in pace. Noi creiamo la bellezza ed estetica e vogliamo continuare a crearla, senza aggressività. Ed è il nostro messaggio». 

Che obiettivi futuri ci sono?

«Crescere e migliorare; sviluppare il “design dell’abbigliamento”, identificare le nuove tendenze nel settore della moda; fare uno scambio di esperienze; espandere i legami professionali e creativi tra designer e professionisti.

E anche coinvolgere più partner, sponsor e investitori, perché i giovani designer hanno bisogno di aiuto e crescita».

Quali sono le novità per quest’anno?

«A settembre organizzeremo una presentazione con i designer e produttori internazionali; un street show durante la Fashion Week e non mancherà un temporary showroom con le vendite delle creazioni dei nostri partecipanti. Cerco sempre di trasmettere me stessa e la mia percezione della moda». 

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